Kristin Lavransdatter. I. La ghirlanda by Sigrid Undset

Kristin Lavransdatter. I. La ghirlanda by Sigrid Undset

autore:Sigrid Undset [Undset, Sigrid]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Utopia
pubblicato: 2023-04-23T22:00:00+00:00


5

A Nonneseter le giornate trascorrevano identiche a sempre. Kristin passava il suo tempo tra il dormitorio, la chiesa, la stanza del filato, la biblioteca e il refettorio. Le monache e i servitori del monastero si occuparono del raccolto nell’orto e nel frutteto, poi arrivò la festa autunnale della santa Croce, con la sua processione, seguì il digiuno in vista di san Michele; Kristin era stupita che nessuno avesse notato qualcosa di strano in lei. Ma con gli sconosciuti era sempre piuttosto taciturna, e Ingebjørg Filippusdatter, che le stava sempre accanto, notte e giorno, parlava a sufficienza per entrambe.

Dunque nessuno si accorse che i suoi pensieri si erano allontanati da tutto ciò che la circondava. La concubina di Erlend, tra sé e sé si chiamava così; adesso era la concubina di Erlend. Ormai le pareva tutto un sogno: la veglia di santa Margherita, i momenti nel capanno, le notti nel solaio di Skog. O aveva sognato quelli, oppure stava sognando adesso. Ma un giorno si sarebbe svegliata, un giorno tutto sarebbe venuto alla luce. Non passava un istante senza che pensasse al figlio di Erlend che portava in grembo…

Ma non aveva idea di cosa le sarebbe successo quando tutto fosse venuto allo scoperto; non sapeva se l’avrebbero gettata in una cella buia, o se l’avrebbero mandata a casa. In lontananza intravedeva le immagini sbiadite di suo padre e sua madre… Poi, in preda alle vertigini e alla nausea, chiudeva gli occhi, si preparava ad affrontare la tempesta che immaginava sul punto di investirla, e provava a farsi forza per affrontare un calvario per cui riusciva a figurarsi un unico esito: Erlend che la stringeva per sempre tra le braccia, il solo luogo in cui, ormai, si sentiva a casa.

E in quella tensione c’era tanta trepidazione quanta paura, tanta dolcezza quanta angoscia. Era infelice, ma le pareva che il suo amore per Erlend fosse come una pianta, il cui seme era germogliato in lei, e che ogni giorno, malgrado l’infelicità, produceva una profusione di fiori, sempre nuovi e sempre più abbondanti. L’ultima notte in cui lui aveva dormito con lei, Kristin aveva provato come una dolce e fuggevole tenerezza, e la sensazione che tra le sue braccia la attendessero una passione e una felicità che non aveva mai conosciuto prima. Ora, a quel ricordo, tremava; lo percepiva come un alito caldo e speziato che si levava da un campo riarso dal sole. «Bastardo delle fratte», queste erano le parole che Inga le aveva scagliato contro, e Kristin ora le prese e le strinse a sé. «Bastardo delle fratte»: così si diceva di un bambino concepito in segreto, nei boschi o nei prati. Avvertiva il calore del sole e il profumo degli abeti nella radura. Ogni volta che percepiva un nuovo fremito, come di una goccia che cadeva, ogni volta che il battito accelerava nel suo corpo, credeva che fosse il bambino che portava in sé, e che volesse ricordarle che si era inoltrata in un territorio ignoto; e per quanto fosse difficile attraversarlo, era certa che alla fine del viaggio l’avrebbe attesa Erlend.



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